È vero che i cattivi non possono usare gli iPhone nei film e nei telefilm?
L’uscita del film Glass Onion – Knives Out di Rian Johnson ha fatto riemergere una teoria informatico-cinematografica quasi classica: esisterebbe una regola segreta in base alla quale nessun cattivo, in un film o telefilm, può maneggiare un iPhone o in generale un prodotto Apple, e questo permetterebbe agli spettatori più attenti di capire in anticipo chi è il cattivo o il traditore nascosto nelle sceneggiature.
Questa regola è stata descritta dal regista Rian Johnson in un’intervista a Vanity Fair del 2020, rilasciata in occasione dell’uscita del primo film della serie Knives Out:
Johnson spiega (a partire da 2:50) che non sa se rivelarlo o no, perché potrebbe causargli guai nel prossimo film d’intrigo che scriverà, ma “Apple ti lascia usare gli iPhone nei film ma – e questo è molto centrale se state mai guardando un film d’intrigo – i cattivi non possono avere un iPhone che venga inquadrato” e dice che ora “ogni regista che ha nel proprio film un cattivo che deve restare segreto ora voglia ammazzarmi”.
Also another funny thing, I don’t know if I should say this or not… Not cause it’s like lascivious or something, but because it’s going to screw me on the next mystery movie that I write, but forget it, I’ll say it. It’s very interesting.
Apple… they let you use iPhones in movies but – and this is very pivotal if you’re ever watching a mystery movie – bad guys cannot have iPhones on camera.
So, there you go… oh nooooooo, every single filmmaker that has a bad guy in their movie that’s supposed to be a secret wants to murder me right now.
E infatti nel suo film, il primo della serie Knives Out, guardando la marca di telefonino usata dai vari personaggi si può dedurre quali sono buoni e quali sono cattivi. Nel secondo no, grazie a una soluzione molto semplice ed elegante. Non dico altro per non fare troppi spoiler.
Non è la prima volta che si parla di questa faccenda, ma mancava una dichiarazione esplicita da parte di un addetto ai lavori. La teoria dei prodotti Apple usabili solo dai “buoni” era emersa già oltre vent’anni fa, quando fu trasmessa la prima stagione della serie TV 24, nella quale un traditore inaspettato sarebbe stato in realtà smacherabile dagli spettatori, secondo la teoria presentata da alcuni fan, per il fatto che usava un laptop della marca Dell mentre tutti i suoi colleghi usavano dei Mac, e viceversa il personaggio che la trama sembrava suggerire come possibile traditore sarebbe stato scartabile immediatamente perché usava un PowerBook di Apple.
Una ricerca del sito Wired.com condotta all’epoca segnalava anche altri casi cinematografici nei quali i buoni usavano Apple e i cattivi altre marche: per esempio nei film C’è posta per te (You’ve Got Mail), La rivincita delle bionde (Legally Blonde), Austin Powers, e anche il celebre critico cinematografico Roger Ebert aveva notato nel 2003 che “siccome molti computer Windows hanno lo stesso aspetto, Apple è una delle poche case produttrici che può avere convenienza a fare product placement (pubblicità indiretta)”, aggiungendo che secondo lui “l’industria del cinema e i tipi creativi in generale preferiscono il Mac” (l’articolo originale è oggi irreperibile).
La tendenza sembra essere ben documentata, insomma, ma non è chiaro se questa regola sia una consuetudine nata per motivi estetici e narrativi oppure un’imposizione di Apple. Vanity Fair ha chiesto chiarimenti ad Apple in seguito alle parole di Rian Johnson, ma non ha ottenuto risposta; ci ha provato anche Ars Technica, con lo stesso risultato.
Secondo l’esperto di proprietà intellettuale John Bergmayer dell’associazione Public Knowledge, consultato da Ars Technica, chi realizza un film non ha bisogno di permessi o licenze dei fabbricanti per far usare dai propri personaggi dei prodotti comuni in maniere normali, ed è improbabile che una casa produttrice possa vincere una causa argomentando che far usare a un cattivo una certa marca di telefono o di auto costituisca uno screditamento di quella marca. Quindi, nota Ars Technica, la regola “i cattivi non usano prodotti Apple” non sarebbe un obbligo legale.
Le cose cambiano, però, se Apple paga per il product placement, ossia sponsorizza il film in modo che i personaggi mostrino i suoi prodotti, per esempio fornendo degli esemplari gratuiti da usare come oggetti di scena e altri dispositivi o servizi. In questo caso sarebbe normale che Apple mettesse dei vincoli sul modo in cui vengono usati e a chi vengono associati.
In altre parole: la regola non è un obbligo di legge, ma è quasi sicuramente una consuetudine diffusa regolamentata da accordi commerciali, e quindi la si può applicare per tentare di scoprire indizi utili nei film e nei telefilm.
Se riuscite a trovare altri esempi di serie TV o di film che applicano questa regola o la smentiscono, segnalateli nei commenti. Senza spoiler, mi raccomando! E sempre dai commenti arriva la segnalazione (grazie a Ivan) di Product Placement Blog, un sito che raccoglie esempi di product placement, ordinato per tipo di prodotto e per titolo di film.
Fonti aggiuntive: MacRumors, MacObserver, Iphoneitalia.com,
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