Denis Artioli, a pagina 48 della Provincia Pavese di ieri firma questo articolo:
Eretici digitali, riflessioni critiche per il futuro di giornalismo e web
PAVIA. I media tradizionali stanno vivendo una fase critica, ma anche la rete rischia di perdere la sua identità di paradiso della comunicazione libera. Come uscirne?
«Rileggendo i rapporti tra rete e media con un approccio “eretico”, che tradisca alcuni dogmi»: è la strada proposta da Massimo Russo, direttore di Kataweb (testata del Gruppo editoriale Espresso) e da Vittorio Zambardino, inviato di Repubblica.it, nelle pagine di “Eretici digitali”, un libro pubblicato da Apogeo (15 euro) che sta incontrando grande successo non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche tra chi vuole addentrarsi nel mondo sconfinato di internet, facendo attenzione a dove mette i piedi. I due autori ne hanno parlato al Ghislieri di Pavia, durante un incontro organizzato dal collegio universitario con “Libertà e Giustizia” e la libreria “Il Delfino”.
«La rete è in pericolo, il giornalismo pure – è il sottotitolo – Come salvarsi con un tradimento e 10 tesi». Un libro che prosegue ben oltre le sue 240 pagine in una conversazione costante sul sito www.ereticidigitali.it. Ma qual è l’eresia? Quale il tradimento? «Se il giornalismo tradisse le sue regole in crisi, se la rete gli venisse incontro tradendo i suoi pregiudizi, sarebbe un’eresia: ma non è questa l’eresia da cui può nascere una democrazia digitale?», l’eresia dei chierici del giornalismo e dei cittadini della rete, domandano Russo e Zambardino.
“Eretici digitali” non è un manuale di istruzioni per internauti, ma una riflessione sullo stato dell’arte della rete e del giornalismo. Delinea gli scenari che si prefigurano nel mondo della comunicazione tradizionale e virtuale, ma funziona anche come bussola per chi voglia orientarsi nell’universo di internet, senza rimanere incastrato in qualche trappola e scoprendone, piuttosto, le grandi opportunità. Anche il mondo del giornalismo, decisivo per la tutela della democrazia, ma spesso impigliato nella ragnatela che il potere gli ha tessuto attorno, è guardato attraverso le lenti di un approccio critico. Con uno scopo ben preciso: trovare un punto d’incontro tra carta e web per salvare entrambi, perché davanti alla crisi dei media e all’attacco al potenziale innovativo della rete «c’è poco da esultare». «Ogni momento di crisi – ha evidenziato Russo – porta con sé rischi e opportunità. Molte delle promesse della rete rischiano di essere vanificate, perché il dominio della disintermediazione sta nelle mani di un numero ristretto di soggetti. Mentre i media tradizionali sono in crisi, perché con la rete non è più riservata a pochi la possibilità di comunicare». Una rete libera contro la politica normalizzatrice, una cultura che cambia il giornalismo dal di dentro, la rete che fa crescere soggetti nuovi che sparigliano il tavolo e cambiano i termini del discorso: questi, concludono Russo e Zambardino, sono i fondamenti dell’eresia.